Primo maggio: 8 ore per lavorare, 8 ore per dormire, 8 ore per educarsi

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Primo maggio: 8 ore per lavorare, 8 ore per dormire, 8 ore per educarsi

Il primo maggio del 1886 fu scelto dai maggiori sindacati americani per organizzare in tutto il Paese un grande sciopero che avesse come obiettivo le otto ore di lavoro.

Lo slogan ripetuto da tutti era:

“Otto ore per lavorare, otto ore per dormire, otto ore per educarsi”.

Educarsi voleva dire avere tempo di: leggere, studiare, dedicarsi alla famiglia, partecipare con gli altri e accanto agli altri a movimenti, alle associazioni di carattere sociale e politico.

Dare alla propria vita un po’ di umanità limitando lo sfruttamento in fabbrica

In tutti gli Stati Uniti, quel giorno, ci furono grandi manifestazioni. Particolare rilievo era dato alla buona riuscita dello sciopero a Chicago, importante centro industriale della regione dei Grandi Laghi.

La città era un fondamentale nodo ferroviario e un grande centro industriale, era sede di industrie di scatolame, di attrezzature agricole e della macellazione.

 

A CHICAGO IL PRIMO MAGGIO

A Chicago il primo maggio 80.000 operai non erano entrati in fabbrica e aspettavano l’inizio della manifestazione.

Per capire l’entusiasmo di quel giorno e il forte desiderio di ottenere la riduzione della giornata lavorativa, dobbiamo sapere che dalla fine della guerra civile americana (1861-65) l’obiettivo delle otto ore viene posto con particolare forza tra le diverse sigle e associazioni di rappresentanza del movimento operaio americano.

A Ginevra il primo Congresso dell’Associazione Internazionale dei Lavoratori (1866) adotta la proposta della limitazione della giornata lavorativa come condizione preliminare per l’emancipazione dei lavoratori.

 

LE OTTO ORE

Quindi nel 1866 le otto ore diventano l’obiettivo degli operai di tutto il mondo.

Negli Stati Uniti non fu facile ottenere subito la riduzione della giornata di lavoro. Questo per l’ovvia intransigenza dei padroni alleati con il proprio governo. Anche le frequenti crisi cicliche del capitalismo americano nella seconda metà dell’Ottocento riducevano la forza contrattuale dei lavoratori.

Ma nel 1886, in un momento di forte ripresa dell’economia americana, sembrava che fosse arrivato il tempo per il definitivo braccio di ferro con i rappresentanti del grande capitale.

 

1° MAGGIO

La manifestazione di Chicago del primo maggio si svolse pacificamente nonostante i giornali borghesi temessero il peggio.

 

03 MAGGIO

Gli incidenti scoppiarono invece il 3 maggio, giorno in cui si riprendeva il lavoro dopo la domenica.

I lavoratori della McCormick stavano aspettando l’uscita dei 300 crumiri che erano stati assoldati dall’azienda per lavorare al posto degli operai in sciopero.

All’esterno della McCormick Harvester Works gli operai furono caricati alle spalle dalla polizia che sparò provocando sei morti.

Mettere i lavoratori gli uni contro gli altri, utilizzare i lavoratori immigrati (e quindi poco nulla sindacalizzati) per combattere il sindacato era ormai da tempo uno dei tanti strumenti nelle mani del capitalismo americano per far fronte alle lotte dei lavoratori.

 

4 MAGGIO

Per protestare contro l’eccidio si decise di tenere il 4 maggio ad Haymarket Square una manifestazione contro quello che era accaduto.

Il comizio serale si svolse in modo pacifico finché non arrivarono circa 200 poliziotti i quali ordinarono di sgombrare la piazza.

Durante le trattative qualcuno lanciò una bomba contro la polizia: “Ci fu una terribile confusione nell’oscurità, la polizia sparava selvaggiamente in tutte le direzioni, persone cadevano, molti erano feriti, altri correvano, imprecavano, gemevano, calpestati e picchiati selvaggiamente dalla polizia impazzita: uno di loro era morto sul colpo ed altri sette erano mortalmente feriti” (op. cit.).

 

Nei giorni successivi a Chicago e in tutto il Paese ci fu una vera caccia all’uomo che portò centinaia di attivisti e dirigenti sindacali in prigione.

La bomba di Haymarket Square era l’occasione giusta per stroncare una buona volta per tutte il combattivo sindacalismo americano e affossare per sempre la richiesta delle otto ore.

Chi aveva lanciato la bomba tra la polizia? Albert Parson, il dirigente sindacale più popolare nell’America del tempo, non ebbe dubbi: agenti provocatori agli ordini delle autorità americane.

 

Rapidamente fu allestito un processo che doveva arrivare a condanne esemplari. Quale era l’accusa? Aver provocato incidenti e “cospirazione”.

È inutile dire che il processo aveva già una sentenza scritta, infatti, si concluse con otto condanne a morte.

In seguito, il governatore dell’Illinois commutò tre condanne a morte in due ergastoli e una condanna a 15 anni.

Poco prima dell’esecuzione un condannato a morte si suicidò.

 

11 NOVEMBRE 1887

L’11 novembre del 1887 sono stati impiccati quattro sindacalisti operai molto conosciuti e amati dalle masse.

Sono: August Spies, nato in Assia (Germania), 31 anni; Adolf Fischer, nato in Germania, 30 anni; George Engel, nato in Germania, 50 anni e Albert Parson, nato nell’Alabama, 39 anni.

Divennero i “Martiri di Chicago”

Parson era uno dei due americani del gruppo degli otto condannati a morte.

Nonostante la dura repressione e i quattro operai impiccati la classe operaia americana non si fece irretire e nel 1890 conquistò le otto ore dopo grandi manifestazioni che si tennero il primo maggio nelle grandi città americane.

Ma anche a Londra, Parigi, Amburgo, Vienna, Budapest, Varsavia, Barcellona, Roma, Milano, Genova… alcuni milioni di lavoratori scesero in piazza il primo maggio del 1890 a sostegno delle otto ore.

 

Ormai il Primo Maggio era entrato nel cuore degli operai di molte aree industriali del mondo

 

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